mercoledì 16 novembre 2011

Una Domenica di Ordinaria Follia

Amici, ma soprattutto amiche del Taurinia, questo pezzo sarà pubblicato dopo l’impegno del lunedì. L’ennesima vittoria per quanto ho potuto appurare. Grandi.
E allora vi chiedo un piccolo sforzo: vorrei condividere, per rendervi partecipi di quello che, ogni maledetta domenica, avviene, in una buia stanza, non importa se di ristorante, sala fumo o scantinato di un campo di calcio. Una catarsi, direbbe qualche erudito: la sofferenza, amici, ma soprattutto amiche, ci purifica.
Sono sicuro che al termine di questa storia, ciascuno di voi sarà più leggero: la vostra anima sarà qualcosa in meno dei famosi 21 grammi (“che faccio, lascio?”), ma soprattutto capirete perché, più di qualche volta per la verità, io anneghi i miei problemi, nel bieco limoncello di Nicola. Su il sipario. Si va.
“Domenica. La sveglia suona presto. Per essere domenica, intendiamoci. Un minimo di colazione e sei fuori. Alle 11,15 sei al ristorante. Alle 11,30 ti siedi a tavola per il solito pranzo, lo stesso da vent’anni: pastasciutta (al sugo o in bianco) con parmigiano; prosciutto crudo e parmigiano (per i più temerari, bresaola o addirittura petto di pollo ai ferri); contorno (spinaci, patate, carote…purché lessato); crostata di marmellata. Punto.
Poi ci si alza e si fa la passeggiata, “per digerire”. Si ammazza il tempo leggendo qualche quotidiano: se sei fortunato, nella pagina provinciale de La Stampa si parla della tua squadra o di qualche tuo ex compagno o di qualche tuo ex mister. Gli ex sono molti, in fondo ci si conosce tutti. Soprattutto chi è nel giro da un po’.
Può capitare, se sei particolarmente fortunato, che nel ristorante dove hai mangiato ci sia Sky. E se sei proprio Gastone Paperone, sia ora dell’anticipo di A. Magari della tua squadra del cuore. Fantastico. A me è successo. Ma non ne vado fiero. Perché alle 12,40 l’anticipo è cominciato da 10 minuti. Le squadre hanno appena preso le misure. La folla freme, i gol sono nell’aria, il meglio deve ancora venire.
A quel punto si spalancano, a sorpresa, le porte dell’inferno. “Ragazzi, dai, andiamo, il mister deve parlare”. Orrore. Angoscia pura. Nella migliore delle ipotesi, il mister impiega una mezz’oretta per “parlare della partita”. Ma io, adesso lo sapete, non sono per niente fortunato.
Esterno luce, interno buio. Ore 12,45. Tutti seduti di fronte al mister. Davanti a lui un piccolo portatile e un mini-proiettore. Qualcuno, avviandosi verso quel tormento ha sussurrato: “È il giorno più triste della mia vita. Ho dovuto smettere di guardare la Juve per vedere come gioca il Gio.ne.gio”.
Il mister accavalla le gambe e comincia (l’incubo): “Allora. Continuiamo così. In settimana ci siamo allenati bene, grande intensità. Stiamo crescendo, facciamo ancora qualche errore, c’è qualche dettaglio da correggere, ma siamo sulla strada giusta. Buona personalità, grande compatezza. Andiamo avanti così”. La fiera delle ovvietà. Ma il peggio deve ancora cominciare. “Allora l’arbitro oggi è Baldas di Biella: in stagione, 18 cartellini gialli, 2 rossi. Ho fatto un giro su internet, ha arbitrato 2 anni fa in Sardegna, una partita tranquilla, mentre invece in Veneto, l’anno scorso ha avuto una giornata no, ci sono state parecchie polemiche.
Una volta ha arbitrato in Messico: l’occhio che gli manca mi fa sospettare che non sia stata una grande prestazione. Solite cose, non gli rompiamo i coglioni, facciamoci trovare pronti all’appello, cerchiamo di portarcelo dalla nostra parte”. Poi: “Il Gio.ne.gio viene da due sconfitte consecutive. È una squadra che fa tanti gol ma ne subisce pure parecchi.
Domenica scorsa, contro l’Olimpik non meritava di perdere, lo vedrete poi dal filmato”. Merda, il filmato… “Cercano sempre di giocare palla, di non buttarla via, ma non ne sono tanto in grado quindi ne perdono tante. Noi dobbiamo attaccarli, dal primo minuto”.
Ora viene il bello: “In porta Grobbelaar: portiere di un’altra categoria, per questa categoria. Bravo tra i pali, cattivo, parla un sacco, cerca di farti innervosire, uno che provoca. È un vecchio, del ’57, in caso di rigori occhio, perché, e adesso lo vedrete dal filmato, morde la rete per distrarvi. Con la Roma ha vinto lui la partita. Adesso lo vedrete.
A sinistra dovrebbe giocare un giovane, ’93, un certo Benarrivo. L’ho incontrato nelle giovanili quando allenavo l’Orione Vallette e francamente non mi ricordo, né l’ho più visto. Mi dicono un buon piede, tutto mancino, buon passo, ma nel complesso niente di che, 2 Coppe Uefa vinte, giocatore normale. Discreto in fase difensiva, non fa fase offensiva.
Centrale, Tony Adams: è stato con me a Piobesi, fortissimo di testa, lento, compassato, buon piede, tutto destro. Mia cugina lavora nel supermercato dove Tony va ogni due giorni a fare la spesa con la famiglia: questa settimana ha comprato birra a fiumi, come se piovesse. Ci siamo capiti…puntiamolo, mettiamolo in difficoltà, nell’uno contro uno fa fatica.
L’altro centrale è Silvestre, ex Inter e Manchester United: bravo di testa, ma coi piedi…scarso. Cerca sempre l’anticipo, distratto, svagato. Dovrebbe giocare lui, oppure Rio Ferdinand: si sono alternati.
Ferdinand è più imponente, simile ad Adams per caratteristiche, destro, cattivo, più rapido. Ho chiesto in giro e di solito il mister fa giocare Ferdinand se c’è il sole, Silvestre se è nuvoloso. Mi prendo la briga io di controllare minuto per minuto il meteo.
A destra Di Chiara, altro giovane, ex attaccante adattato terzino destro, veloce, buon passo, più bravo ad attaccare che a difendere. Viene da un’influenza, spaventiamolo un po’ starnutendo e soffiandoci il naso di fronte a lui.
In mezzo al campo, basso, gioca Redondo: gran fisico, piede discreto, lento, molto lento. Giocatore sempre molto sponsorizzato ma non ha vinto praticamente nulla, si qualche Champions con il Real…attacchiamolo perché coi piedi non è un granché. Nel filmato lo vedrete a Manchester: va via di tacco al suo diretto avversario con un tunnel e poi fa l’assist per il gol, ma ripeto giocatore normale.
L’interno di destra è Crippa, gran corridore, classico “figlio di puttana”, incontrista. Se non gioca lui gioca un ’94, Jugovic, mi hanno detto gran tiro, un po’ lento. Altro non so.
A sinistra potrebbe giocare Hagi, rumeno, gran mancino, piccolino, molto bravo sui calci da fermo – li tira tutti lui – però lento, una testa calda: sembra che sia in rottura con la fidanzata perché lei, così mi han detto poi non so, è andata a letto con la punta giovane, Mutu, che infatti è praticamente fuori rosa. Magari facciamogliela la battuta…
Dietro le punte gioca il loro uomo più bravo: Giocherello. Bravo con tutti e due i piedi, vi punta e vi salta, va a destra e a sinistra, ottima visione di gioco, bravo di testa. Ha già fatto 7 assist e 8 gol. Passa tutto da lui. È il secondo italiano ad essere nella lista di France Football per il Pallone d’Oro. Facciamo quello che abbiamo visto in settimana: preghiamo che non sia tanto in giornata, perché se così fosse è inarrestabile. Non patisce il gioco duro, ma anzi cerca di irretirvi, con frasi tipo: “Non venire sotto, perché ti giocherello!”. Non perdiamo le staffe, cerchiamo piuttosto di raddoppiare le invocazioni al Signore. Cerchiamo di triplicare la marcatura e che Dio ce la mandi buona.
Davanti infine dovrebbero giocare Yorke e Cole. Due giocatori con caratteristiche simili: rapidi, buona tecnica, grande intesa. In realtà Yorke ha qualche problemino. Ora, ho parlato con un giornalista e mi ha detto che Yorke aveva male e non si è allenato per tutta la settimana. Il mister però ha detto che avrebbe avuto tutta la rosa a disposizione. Stamattina abbiamo incontrato un suo amico che ci ha detto che non giocherà, è triste per la sconfitta della sua nazionale, il Curaçao. Non so, vediamo, adesso cerco di sapere qualcosa in più. In ogni caso ci scaldiamo in 15, poi appena ho la formazione vi dico chi gioca.
Sarà una battaglia, lasciamo da parte il fioraio e tiriamo fuori la spada. Tutto chiaro? Guardiamoci il filmato”.
Il filmato va e si fa fatica a tenere gli occhi aperti. Ti risvegli ogni tanto, per guardare qualche spezzone e sentire “Ecco, qui è il colpo di tacco di Redondo” oppure “Vedete, qua morde la rete e Graziani tira alto…”. Una noia mortale.
A un certo punto le luci si riaccendono. Si ritorna nel mondo dei vivi. La Juve vince due a zero. Merda mi son perso i gol ed è già ora di andare al campo. E poi neanche devo giocare. Un incubo da sveglio.”
Grazie per la solidarietà.

By OMAR Gattuso